"Non so bene perché, ma c'è qualcosa nell'orso che induce ad amarlo"
J. O. Curwood

venerdì 30 novembre 2007

In Austria scomparsi 20 esemplari di orso

Mancano all'appello circa 20 orsi bruni dalle Alpi austriache: a lanciare l'allarme è l'ufficio locale del Wwf, che non esclude una pista "illegale". Sul caso stanno indagando le autorità del Paese, assieme a ecologisti e cacciatori, dopo che diversi mesi fa l'associazione animalista ha fatto scattare l'allarme. E' stato il Wwf infatti, che tiene sotto controllo la popolazione dei plantigradi dell'area attraverso le analisi genetiche della pelliccia e delle feci, a far notare che dalla regione montagnosa dell'Austria centrale sono scomparsi numerosi esemplari. "O gli orsi sono scomparsi di morte naturale, o sono andati da qualche parte, o è successo qualcosa di strano, non possiamo escludere azioni illegali", ha avvertito Christoph Walder, che dirige il progetto orso bruno del Wwf-Austria.


giovedì 29 novembre 2007

Il calendario dell'orso Bernardo (2)

Ho chiamato questa mattina la CARSA e ho chiesto se c'era la possibilità di ordinare dei calendari per tutti gli amici del blog che non hanno avuto la possibilità di acquistarlo. La centralinista (molto gentile) mi ha spiegato che il progetto del calendario è stato possibile grazie al quotidiano locale "il Centro" e quindi che il calendario poteva essere venduto SOLO in allegato al giornale.
Questo significa che la CARSA non può rendere disponibile il calendario per tutti gli amici del Blog dell'OrsoBruno
(eravate circa una trentina a volerlo).
Ho chiesto anche se era in programma una ristampa del calendario, ma la risposta è stata, ovviamente, negativa. Io ho fatto tutto il possibile per fare in modo che Bernardo entrasse anche nelle case al di fuori dell'Abruzzo...un saluto a tutti

OrsoBruno

martedì 27 novembre 2007

Il calendario dell'orso Bernardo...chi lo ha perso?

Mi state sommergendo con richieste su dove trovare il calendario dell'orso Bernardo: purtroppo era in allegato al quotidiano abruzzese "il Centro" di sabato scorso e temo quindi che non sia più disponibile. Ho contattato la CARSA, la casa editrice che lo ha pubblicato, chiedendo se fosse possibile richiedere alcune copie. Spero di avere prossimamente notizie. Intanto vorrei sapere quanti di voi vorrebbero averne una copia in modo tale da comunicare alla CARSA, in caso di risposta positiva, il numero totale di copie da rendere disponibili.
Fatemi sapere se siete disposti a richiedere una copia del calendario al mio indirizzo personale (enzocerasani@libero.it), indicando come oggetto dell'email "Richiesta calendario". Se volete inserite anche i vostri dati anagrafici e le copie che desiderate.

A presto

OrsoBruno

!!!AGGIORNAMENTO!!!

Come segnalato in un commento, il calendario può essere trovato in versione .pdf

lunedì 26 novembre 2007

Richiesta a tutti i lettori del blog

Ho ricevuto una mail da Sonja, laureanda in veterinaria ed appassionata (come molti di noi) di orsi.

Sonja ha perso la puntata di domenica di "Linea Verde" e qualcuno di voi potrebbe aiutarla.

Chi di voi ha registrato il programma?
Se qualcuno di voi ha la registrazione o riesce a trovare il video sul web (youtube, raiclick.it ecc.) me lo faccia sapere.

Grazie mille a tutti!
Ciaoooooo!

Anche Bernardo ha il suo avvocato

Parla per la prima volta l'avvocato "dell'orso", Eraldo Stefani, attraverso il quale il Wwf si è costituito "persona offesa" e quindi già presente nella fase procedimentale davanti al pubblico ministero. In sostanza il Wwf può così entrare in azione con una difesa investigativa quando ancora l'indagine si trova in Procura.
«Un sistema per allontanare lo spettro dell'errore giudiziario e che consente - tiene a puntualizzare subito l'avvocato Stefani - di essere ancora più in linea con la Procura». E sul fronte indagini sembrano non esserci novità dopo la notizia delle perquisizioni effettuate negli ultimi due giorni. Secondo alcune voci ci sarebbero degli indagati ma la notizia non ha trovato oggi fondamento. Il Tg5 ha confermato che la persona iscritta nel registro degli indagati sarebbe solo una, ma la Procura di Sulmona e Avezzano non smentiscono e non confermano. Intanto il Wwf vuole fare la sua parte.
«La finalità della difesa investigativa è la stessa della Procura, trovare la verità», afferma Stefani sottolineando che «entrare nella fase procedimentale con la nomina di difensore della persona offesa significa puntare allo stesso obiettivo, quello di accertare i fatti e laddove possiamo dare un contributo lo consegniamo nelle mani dell'Autorità». «Nella difesa della persona offesa - spiega ancora Stefani, classe '49, nato a Pratovecchio, in provincia di Arezzo, e che esercita la sua attività a Firenze - si può meglio operare e si può contribuire il più possibile all'accertamento della verità senza nulla togliere all'operato delle forze di polizia e alla stessa Procura della Repubblica che, nel caso degli orsi, sta operando in modo egregio». «Il nostro - aggiunge Stefani – è un percorso che non tocca assolutamente il percorso principale».
L'avvocato dell'orso («ma anche di tutti gli altri animali», assicura) non è la prima volta che prende le parti dell'ambiente con la formula della persona offesa. Tante le volte in cui con il Wwf si è costituito parte civile nei processi, ma solo due i casi in cui ha scelto la difesa investigativa: l'inceneritore di Ferrara e l'orso Bernardo e compagni.
Il difensore della persona offesa opera insieme a un pool di esperti, tra cui il criminologo e l'investigatore, riferisce ancora Stefani che dice di non conoscere le investigazioni della Procura e di avere «conoscenze giornalistiche su alcuni elementi emersi in questi giorni». E proprio in merito alle indagini relative all'uccisione il mese scorso, di tre orsi e due lupi, si ricordano le numerose perquisizioni compiute negli ultimi due giorni nell'area del territorio del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. L' attività investigativa, coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica di Avezzano Guido Cocco, ha consentito di reperire materiale ritenuto «molto interessante» per le indagini. Nei giorni scorsi gli investigatori avevano ascoltato diverse persone, alcune delle quali ritenute a conoscenza di particolari utili per identificare chi ha ucciso gli animali.

Fonte: PrimaDaNoi.it

Primavera precoce, orsi a rischio

La primavera precoce nell’artico causata dal riscaldamento globale uccide gli orsi bianchi al ritmo del 5% per ogni settimana di anticipo della rottura dei ghiacci. Lo hanno scoperto i ricercatori del Canadian Wildlife Service con uno studio sulla popolazione di orsi della baia di Hudson, in Canada, pubblicato dal Journal of Wildlife management, secondo cui ad essere colpiti sono gli esemplari più giovani e più anziani.
Dal 1984 i biologi canadesi catturano ogni anno una parte degli orsi polari della baia dotandoli di trasmettitori e tatuaggi per poterli riconoscere l’anno successivo. Secondo i dati, in due decenni si è perso il 20% della popolazione.
Mettendo in relazione la diminuzione con la data di rottura della calotta di ghiaccio su cui vivono questi animali, gli esperti hanno trovato che per ogni settimana di anticipo la perdita nella popolazione arriva fino al 5%. «Gli orsi accumulano il grasso all’inizio della primavera - spiega un esperto - dando la caccia alle foche. Negli anni in cui il ghiaccio si rompe prima i peggiori cacciatori non riescono a catturarne abbastanza». Questa analisi è confermata da altri studi effettuati in passato.

Bai Yun e Gao Gao: i panda giganti più prolifici del mondo

Il segreto della felicità matrimoniale di Bai Yun e Gao Gao è la lontananza. I due panda giganti dello zoo di San Diego, in California, sono tra i più prolifici tra gli animali in cattività di tutto il mondo: dal 2003 hanno avuto 3 cuccioli, un record se si considera che per 363 giorni l'anno i due esemplari fanno vite separate. I panda sono notoriamente animali solitari e concepiscono raramente dei cuccioli, in particolar modo in situazioni di cattività.
"Per la maggior parte dell'anno non vogliono avere a che fare l'uno con l'altro " assicura Ron Swaisgood, coordinatore dell'unità di ricerca dello zoo. ma quando Bai Yun (Nuvola Bianca) entra nel suo periodo fertile, gli operatori dello zoo si affrettano a riunire la coppia per concedere loro qualche momento di intimità. Dopo due giorni, i due vengono riportati nelle rispettive aree del parco, per rivedersi soltanto l'anno successivo.
Il primogenito di Bai Yun è nato nel 1999 da inseminazione artificiale. Shi Shi (Pietra) è diventato così il primo panda gigante a nascere negli stati uniti dopo molti anni. La situazione è cambiata nel 2003, quando a San Diego è arrivato dalla Cina Gao Gao (Grande Grande). Gli incontri della coppia sono iniziati e lo stesso anni è nato il primo figlio maschio, seguito nel 2005 da una femminuccia. All'ultima nata, secondo la tradizione cinese, verrà dato un nome lunedì, al compimento dei 100 giorni di vita.

Mostra: "Orsi e scimani: sciamanesimo e culto dell'Orso tra le popolazioni artiche"

Ecco un consiglio per tutti gli amici della Toscana e per tutti coloro che hanno la possibilità di essere nei pressi di Firenze dal 30 Novembre: una mostra sul rapporto fra orso e sciamanesimo, teme assai caro al Blog dell'OrsoBruno. Nell'allestimento della mostra si sviluppano i temi dello sciamanesimo tra i popoli del nord, insieme alla pratica del culto dell'uccisione rituale dell'orso, diffusa dalla Europa all'Asia artica fino agli Ainu di Hokkaido. Il progetto prende origine dalla presenza di un ricco materiale, anche documentario, presente nella sezione di Antropologia e Etnologia del Museo di Storia Naturale insieme ad altri reperti provenienti da collezioni finlandesi. Gli oggetti presenti costituiscono una testimonianza etnologica rarissima. I molteplici cambiamenti politici e sociologici che hanno interessato quei popoli e quei territori, hanno portato alla scomparsa di molti oggetti, che invece si trovano conservati a Firenze.
Molti reperti e documenti provengono da alcuni viaggi intrapresi nella seconda metà dell'ottocento da Stephen Sommier e Paolo Mantegazza. I due scienziati viaggiarono insieme attraverso la Lapponia nel 1879. Nel 1880 Sommier intraprese un altro viaggio verso nord che lo avrebbe portato a conoscere la parte della Siberia artica. Gli Ainu di Hiokkaido sono documentati con i rarissimi reperti della collezione Fosco Maraini. La mostra "orsi e sciamani", seppur indirettamente, tocca il problema dei cambiamenti climatici e dell'uso smodato che l'uomo fa del territorio e delle risorse naturali.

ORSI E SCIAMANI: sciamanesimo e culto dell'Orso tra le popolazioni artiche.
Mostra promossa da:
Museo di Storia Naturale dell'Università di Firenze
Università di Helsinki
Università della Lapponia, Rovaniemi

Luogo:
Salone Mostre del Museo di Storia Naturale - Firenze B.go Albizi, 28

Inaugurazione:
30 novembre 2007 ore 17.00

Durata:
dal 30 novembre 2007 al 29 febbraio 2008

Orario di apertura:

da lunedi a venerdi, dalle ore 10.00 alle ore 14.00
sabato dalle ore 10.00 alle ore 22.00
domenica dalle ore 10.00 alle ore 20.00

L'ingresso alla mostra è gratuito

sabato 24 novembre 2007

Gli orsi abruzzesi domani a "Linea Verde"

Gli orsi e i lupi del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise saranno i protagonisti della puntata di ''Linea Verde - In diretta dalla natura'' in onda domani alle 12.20 su Raiuno. Massimiliano Ossini e Veronica Maya si troveranno nell'area protetta dove, nelle scorse settimane, sono stati ritrovati tre orsi e due lupi morti, probabilmente per mano di bracconieri.A Villavallelonga in provincia dell'Aquila la zoologa del Parco, Roberta Latina e il veterinario e responsabile della guardie del parco, Leonardo Gentile, spiegheranno quanto accaduto lo scorso mese di ottobre e parleranno di due orsi che, per motivi diversi, non possono piu' tornare in liberta'. Si tratta di Yoga, una femmina di 15 anni e di Sandrino, un maschio di 25 anni, chiamato cosi' in onore dell'ex presidente della Repubblica, Sandro Pertini che nel 1982 si appassiono' alla sorte dell'animale, all'epoca malato di gastroenterite.

Mi raccomando domani tutti davanti alla TV a vedere i miei due orsi preferiti!!!!

Ecco il calendario di Bernardo

Questa sera, al rientro dal lavoro, ho trovato sul tavolo una gradita sorpresa. Il calendario dell'orso Bernardo. Rompo il resistentissimo involucro di plastica e sfoglio trepidante le sue pagine patinate. La seconda e la terza pagina portano la testimonianza di personaggi legati in qualche modo all'orso e a questa iniziativa. Dacia Maraini, Luigi Vicinanza (direttore de "il Centro"), Giuseppe Rossi (Presidente del PNALM), Roberto Di Vincenzo (Presidente CARSA Spa) e Franco Caramanico (Assessore regionale ai parchi). L'intervento sicuramente più apprezzato è quello di Di Vincenzo. Le due righe scritte da Rossi non mi hanno entusiasmato, così come il testo dell'assessore Caramanico a parere mio pieno solo di retorica.
Riporto per intero il testo della Maraini, legata all'Abruzzo e agli orsi con filo doppio, rapporto che si ritrova anche nel suo libro "Colomba".

L'orso è un animale bello ed intelligente.
Ce n'erano tanti in questi boschi marsicani.
Li hanno sterminati tutti nei secoli. Assieme ai magnifici boschi centenari,
bruciano vilmente. Vogliamo ridurci noi,
soli uomini in mezzo a un mare di cemento,
senza più animali selvatici, senza più un moscerino,
senza più un frutto che non sia di plastica?
Trovo scandaloso che ancora non si sia trovato
il responsabile dell'uccisione degli orsi del Parco.
Questo mutismo, questa omertà mi ricordano la Sicilia
e i suoi silenzi complici. L'uomo non è cacciatore,
è stupido e vanitoso. Crede di avere diritto a sterminare
tutto ciò che sta sulla faccia della terra.
E non sa che facendo fuori tutti gli animali non utili,
uccide un poco della sua povera anima.
Si ritroverà solo, in un deserto ventoso,
a piangere lacrima di coccodrillo, quando sarà troppo tardi.

Il calendario presenta dodici foto di buona qualità (chi volesse visionarle può collegarsi qui) e non riproducono logicamente l'orso Bernardo, ma tanti altri suoi compagni che come lui sono in pericolo.
I fotografi sono Marco Melodia, Marco Branchi, Giorgio Marcoaldi, Alberto Cambone e Roberto Isotti.

venerdì 23 novembre 2007

Gli orsi vanno a dormire, le preoccupazioni restano

Questi giorni gli orsi bruni delle Alpi si preparano per il letargo. Passeranno la stagione invernale principalmente in caverne che lasceranno di tanto in tanto per brevi escursioni all'esterno. Con la fine dell'anno il WWF con il suo programma europeo Alpi fa un riassunto della situazione.“Siamo lieti che nel 2007 alcuni orsi dal Trentino si siano spostati in Svizzera e Austria, nel triangolo tra Val Venosta, Cantone dei Grigioni e Tirolo occidentale – commenta Joanna Schoenenberger responsabile del progetto orso del WWF Programma europeo Alpi – ma siamo preoccupati dal fatto che negli ultimi due anni alcuni orsi siano scomparsi. Non ci sono indicazioni su dove siano almeno 5 orsi e non si possono escludere azioni di bracconaggio. L'orribile avvelenamento di 3 orsi marsicani nel parco nazionale d'Abruzzo indica che molto deve essere ancora fatto per far accettare la presenza degli orsi tra gli abitanti”.“ Gli orsi come gli altri grandi carnivori, lupo e lince, devono ricevere maggiori attenzioni, occorre varcare i confini e pensare a livello di tutte le Alpi, non solo quelle italiane. Occorre lavorare in modo coordinato di concerto con il Ministero dell'Ambiente e le amministrazioni locali interessate per far capire quanto la presenza dell'orso in un territorio sia il segno della riqualificazione di tutta un'area e rappresenti specialmente a livello turistico un valore inestimabile. Ci auguriamo che il programma PATOM Piano d'azione per la tutela dell'Orso marsicano venga fortemente rafforzato e che la conservazione dell'orso marsicano diventi una priorità per le amministrazioni coinvolte.- dice Massimiliano Rocco responsabile specie WWF Italia.
Oggi con una stima per il marsicano di 40-45 individui si deve agire puntualmente, non c'è più tempo per le chiacchiere. Vanno prese decisioni anche se impopolari, bloccando ad esempio quelle infrastrutture che consumando il territorio possono compromettere la conservazione di questa specie” .
Escludendo il Trentino, la popolazione degli orsi bruni nelle Alpi orientali non gode di buona salute.
“La situazione degli orsi avrebbe già dovuto migliorare secondo quanto stabilito dalle linee guida dell'Unione Europea. – spiega la Schoenenberger .
Gli stati membri sono obbligati dalla direttiva Habitat a proteggere gli orsi in Europa e assicurarne la conservazione. Oggi la situazione degli orsi bruni, di cui si contano 38 presenze nelle sole Alpi orientali, è critica”.
Un dossier del 2007 steso da WWF, Istituto austriaco di ricerca ecologica della fauna selvatica, Università di Frigurgo-Germania, mostra che si sarebbero abbastanza habitat adatti agli orsi in Austria, Bavaria, Italia e parte della Svizzera e Slovenia. “E' quasi troppo tardi. Se i paesi europei alpini non lavorano da ora insieme per proteggere seriamente gli orsi, allora li perderemo per la seconda volta”.
Esistono tre piccole popolazioni di orsi bruni nelle Alpi orientali in Slovenia, Trentino e Austria. Si stimano 8-10 maschi nelle Alpi slovene. Questi attraversano saltuariamente i confini con la Carinzia –Austria. Alcuni orso “trans-frontalieri” si osservano anche nelle Alpi e Prealpi Giulie, in Friuli-Venezia Giulia.
Quest'anno nell'Austria centrale solo 3-4 orsi sono stati registrati da ricerche scientifiche. In Austria quasi 20 orsi sono scomparsi solo negli ultimi anni, una situazione in cui eventuali abbattimenti illegali non sono da escludere. Solo in Trentino è strutturato un protocollo gestionale che ha permesso fino ad oggi la sopravvivenza di una popolazione ancora minacciata di circa 25 orsi (giovani e piccoli inclusi), che vivono nella zona del Parco Naturale Adamello Brenta e territori circostanti. Oltre a Bruno – JJ1 nel 2006 anche nel 2007 alcuni orsi hanno raggiunto con lunghi spostamenti la Lombardia, il Sudtirolo, il Veneto, la Svizzera e l'Austria. Per migliorare il loro patrimonio genetico è necessario il collegamento tra queste piccole popolazioni. Per raggiungere gli obiettivi europei, ovvero uno status di conservazione favorevole per gli orsi alpini, secondo il WWF le naturali migrazioni degli orsi sloveni verso il nord-ovest vanno supportate.
Inoltre le più consistenti popolazioni di orsi nelle zone a sud delle Alpi slovene, stimate tra i 300 e i 700 animali, devono essere protette. Per questo il WWF sta cercando un collaborazione a livello internazionale tra conservazionisti, scienziati, autorità e popolazioni locali.
Una efficiente gestione è la base per la comprensione e l'accettazione degli orsi da parte della popolazione.
In Trentino Alto Adige un piano di gestione organizza tutti gli interessi in gioco per la coesistenza di uomini e orsi già da parecchi anni. Nel 2007 il piano è stato adattato ed esteso alle altre regioni dove sono presenti gli orsi bruni (PACOBACE). Il personale Forestale e gli Agenti di Polizia Provinciale sono disponibili in caso di danni, o per analizzare le difficili situazioni causate dagli orsi e per prendere adeguate contromisure. Ad esempio quando gli orsi arrivano troppo vicino agli insediamenti umani possono essere allontanati con proiettili di gomma o piccoli petardi perché imparino a stare lontani dagli uomini.
Con queste azioni vengono minimizzate le potenziali situazioni pericolose di coesistenza tra uomo e orso. Per i danni provocati dagli orsi agricoltori, apicoltori e allevatori ottengono compensazioni.
Il WWF mette a disposizione inoltre i suoi “avvocati dell'orso”, ovvero esperti per azioni di comunicazione e con funzione di mediatori culturali in affiancamento agli operatori pubblici.

Fonte: www.vita.it

Per Knut un fratellino per Natale

Prima di Natale il celebre orso ripudiato dello Zoo di Berlino riceverà in dono un bel fratellino. Le orse polari del giardino zoologico della capitale tedesca, Nancy, Katjuscha e la mamma di Knut Tosca, sono incinte. Lo ha confermato il veterinario Andreas Ochs alla Berliner Zeitung (Bz): "Le nostre femmine sono incinte. Sono tutte state inseminate dal nostro orso Lars - ha precisato, aggiungendo: "Le nuove leve nasceranno nelle prossime quattro settimane". I visitatori non si sono nemmeno resi conto dei prossimi lieti eventi: "Alle femmine non cresce il pancione, il bimbo è troppo piccolo", ha spiegato il dottor Ochs. Thomas Doerflein, il "padre adottivo" del famoso cucciolo di orso polare, si occuperà del nuovo arrivato. Con Knut, non più un cucciolo, vige ora il divieto di coccole. L'animale è infatti ormai troppo pericoloso anche per Doerflein.

giovedì 22 novembre 2007

Per non dimenticare...

(Cliccate sull'immagine per ingrandirla)

IL CALENDARIO 2008 DELL'ORSO BERNARDO

"Vogliamo far sapere a tutti che l'orso Bernardo, abitante del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, è stato ucciso. Facciamo che questo non accada più. Facciamo entrare un orso nelle nostre case, con un calendario. 1 Euro per ogni calendario venduto servirà ad acquistare attrezzature a difesa delle greggi, delle colture e quindi degli orsi, AIUTIAMOCI, SALVIAMO GLI ORSI.

mercoledì 21 novembre 2007

Restano in vita solo 40 orsi marsicani

Per l’orso marsicano siamo oltre l’allarme.«Dai dati che abbiamo, sono circa quaranta gli orsi in vita nel Parco d’Abruzzo. Una popolazione che si è ridotta se confrontata coi dati scientifici di venti anni fa». Le parole di Luigi Boitani, ordinario di biologia animale dell’Università La Sapienza, testimoniano il pericolo reale d’estinzione cui è esposto il più grande predatore italiano, che vive ancora libero nei boschi del Parco storico.
Ieri pomeriggio nella sede del PNALM si è svolto un forum promosso dall’Ente, dal quotidiano Il Centro e dalla casa editrice Carsa.
L’allarme sul rischio estinzione dell’orso ha caratterizzato il dibattito per due motivi: primo l’autorevolezza della voce da cui arriva, il professor Boitani è considerato uno dei maggiori esperti nazionali per quanto riguarda gli orsi ed in particolare quello Marsicano. Secondo, i numeri che ha illustrato, testimoniano, se ancora vene fosse bisogno, la gravità di quanto è accaduto lo scorso autunno. Tre orsi uccisi col veleno, tra i quali una femmina in età riproduttiva, rappresentano l’8 per cento della popolazione complessiva. Che fare per evitare la catastrofe cui, altrimenti, appare destinata la specie dell’orso marsicano?

Boitani non ha dubbi. «Credo che sia finito il tempo dei compromessi. Se si vuole salvare l’orso, si deve avere anche il coraggio di scelte decise e costose sul piano dei consensi. D’altra parte con 40 orsi in vita c’è poco da dire, parlano i numeri».
La ricetta del professor Boitani punta a ricreare condizioni di vita più naturali possibili per i plantigradi, che vivono all’interno e tutt’intorno al Parco d’Abruzzo.
Tre sono le cose da fare subito senza perdere ulteriore tempo. «Prima di tutto dobbiamo ricondurre sotto controllo il disturbo antropico che viene arrecato agli orsi. In altri termini, in alcune zone delicate ci sono troppi turisti che si muovono in maniera incontrollata. Creando quel disturbo che contribuisce ad allontanare gli orsi dal loro territorio. Questo» sottolinea Boitani «non vuol dire meno turisti nel parco, ma solo che dovono muoversi in maniera guidata. Oggi invece avviene il contrario».
I pericoli maggiori arrivano per l’orso dalla stagione estiva, quella delle escursioni: «Crea meno problemi la stagione invernale, quella degli sciatori, perché in quel periodo gli orsi dormono». Osserva Boitani.
Secondo grosso problema: «La caccia nelle aree di periferiche del Parco. Devo dire che l’attività venatoria, in quanto tale, è compatibile con la presenza dei parchi, ma occorre che si regolata. Oggi il vero problema arriva proprio dalle battute di caccia al cinghiale, fatte in gruppo e con molti cani al seguito. Un tipo di battuta “la cinghialata” che crea un pesante disturbo».
Terzo problema, quello della zootecnia. Che negli ultimi 20 anni è cambiata in maniera radicale, rispetto alla secolare struttura dei pastori e delle greggi che convivevano perfettamente con orsi e lupi. «Oggi gli allevamenti di mucche e cavalli» osserva Boitani «hanno preso il posto di quelli delle pecore. La differenza della nuova zootecnia, rispetto ai vecchi allevamenti di pecore, è enorme: siamo passati dalla presenza quasi discreta dei pastori dietro le greggi, ad un tipo di allevamento che lascia animali liberi sul territorio, senza controllo, anche per diversi giorni. Assistiamo così a una presa arrogante del territorio da parte di questi nuovi allevatori. Anche qui occorre ricondurre il fenomeno dentro l’alveo e sotto il controllo degli organi preposti».

lunedì 12 novembre 2007

A rischio estinzione sei specie su otto di orsi

La più piccola specie di orso del mondo, l’orso malese (Helarctos malayanus) è stato classificato come “vulnerabile” mentre il panda gigante (Ailuropoda melanoleuca) resta nella categoria “in pericolo”: sono questi i principali risultati per quanto riguarda l’aggiornamento 2007 della Lista rossa dell’Iucn relativa alle specie di “orsi”. L’orso malese, che vive nel sud-est asiatico, Sumatra e Borneo, é finito nella Lista Rossa per i dati insufficienti che si hanno sulla consistenza delle sue popolazioni.
«Benché abbiamo ancora molto da apprendere riguardo all’ecologia e alla biologia di questa specie – spiega Bob Steinmetz, co-presidente dell’equipe di esperti sull’orso malese del Gruppo orsi Cse/Iucn – siamo del tutto certi che abbia dei problemi. Stimiamo che gli orsi malesi siano diminuiti di almeno il 30% nel corso degli ultimi 30 anni (tre generazioni di orsi) e che il declino prosegua allo stesso ritmo. La deforestazione ha ridotto la superficie e la qualità del loro habitat. Dove l’habitat è oggi protetto, il bracconaggio commerciale resta una minaccia significativa. Opereremo con i governi, i gestori delle aree protette, i gruppi implicate nella conservazione e le popolazioni locali per tentare di impedire l’estinzione di orsi».
Anche se la caccia agli orsi é illegale in tutta l’Asia del Sud, gli orsi pagano un grosso tributo ai bracconieri che sfruttano i minimi rischi corsi e i massimi profitti della vendita di parti di questi animali utilizzate nella medicina tradizionale. Ma gli orsi vengono abbattuti anche non appena si avvicinano ai villaggi rurali perché considerati una minaccia per i raccolti, gli animali di allevamento e le persone.
Il 10 novembre, il gruppo di specialisti degli orsi riunito a Monterrey, in Messico, ha definito lo status di sette specie di orso: Le specie “vulnerabili includono l’orso nero asiatico e l’orso lippu, che vive ormai solo in India, visto che ormai potrebbe essere estinto in Bangladesh, e rischia la completa estinzione in 10 anni, e l’orso andino, in america del sud.
L’orso bruno, l’ursidae più diffuso, non è classificato tra e specie minacciate su scala mondiale perché è presente in gran numero in Russia, Canada e Alaska ed in alcune regioni europee. Esistono però piccole popolazioni isolate a forte rischio come quelle marsicane in Italia(sigh!) o gli orsi bruni dell’Asia centrale ed anche i “grizzly” dell’America del Nord sono considerati “minacciati” nell’U.S. Endangered Species Act.
Nel 2006, l’orso polare è stato classificato come “vulnerabile” nella Lista Rossa Iucn, tecnicamente “marino” l’orso bianco si distingue dalle altre sette specie terrestri ed è controllato da un Gruppo di specialisti distinto dell’Iucn.
Tra le 8 specie d’orso, solo l’orso nero americano è in sicurezza in tutto il suo areale (Usa e Messico), i 900 mila orsi neri americani sono più del doppio del numero di tutti gli orsi delle altre specie messi insieme.
Per conoscere i criteri di classificazione dell'IUCN e la scorsa classificazione clicca QUI.

Cina, i panda giganti potrebbero restare senza cibo

I panda giganti che vivono nelle selvagge e nebbiose montagne della Cina sudoccidentale rischiano di restare senza di cibo perchè le piante di bambù, principale elemento della loro dieta, si avvicinano alla fine del loro ciclo vitale. Lo hanno reso noto oggi i media. Yang Xuyu, il deputato capo della Wild Animal Preservation Station dell'ufficio boschivo provinciale, responsabile del monitoraggio di 24.000 ettari di bambù, ha lanciato l'allarme durante una conferenza sui panda ieri. "Nove varietà di bambù sono fiorite in 14 contee di Sichuan dal 2005, che fornisce il 30% del bambù mangiato dai panda", ha spiegato Yang ai media. "Nessun panda è morto di fame. Ma mentre l'area della fioritura del bambù si allarga, dovremmo tenere d'occhio le scorte di cibo dei panda". La regione montagnosa ha assistito a un'estensiva fioritura del bambù nel 1984 e 1987, quando le piante sono fiorite e poi morte e centinaia di animali sono morti di fame. I panda mangiano circa 20 specie di bambù. Un centro di ricerca per animali in pericolo nella provincia occidentale di Shaanxi ha condotto test per aiutare i panda ad ampliare le loro abitudini alimentari.

Strage orsi, «si avvii una inchiesta europea»

L'associazione 'Gruppo Orso Italia', composta da specialisti e ricercatori, spera in un'inchiesta della Commissione Europea che faccia chiarezza in merito alla morte dei tre orsi nel Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise.
A più di un mese dalla morte degli animali al Parco Nazionale l'associazione chiede che venga fatta piena chiarezza su tutti i decessi. L'idea è quella di aprire una inchiesta europea che assicuri alla giustizia tutti i responsabili.
«La speranza», ha spiegato l'associazione in una nota diffusa alla stampa, «è che procedano ad acquisire documenti e testimonianze in proposito, disponendo anche immediate ed ulteriori perizie giudiziali.
Magari senza coinvolgere Parco e Forestale, divisi anche al loro interno, ma senz'altro tra gli attori principali sulla scena di questa tragedia all'italiana».
Gli associati del Gruppo fanno notare che «l'ipotesi più sorprendente è quella dei due orsacchiotti trovati morti oltre ai tre di cui la stampa si è ampiamente occupata, la cui uccisione è stata attribuita dal Pnalm a un maschio in amore.L'epoca degli amori cade in primavera», ricorda l'associazione. «Anche ammesso e non concesso che i due orsacchiotti siano stati uccisi a quell'epoca, in autunno si sarebbero potuti ritrovare solo resti miseri, qualche ciuffo di peli e un poco di ossa».
Sulla notizia del via libera all'applicazione del radiocollare agli orsi che ne sono sprovvisti, gli specialisti dell'associazione affermano che «vi sono altre ragioni che inducono a temere per il futuro dell'orso, e tra queste spicca una singolare anomalia: proprio quella ricerca scientifica, che avrebbe dovuto far piena luce sulla situazione, raccogliendo informazioni e dati per coadiuvare l'azione di tutela e invece sta diventando troppo invasiva. Consiste, infatti, soprattutto in catture, analisi genetiche, radiocollari, controlli satellitari, visibilità mediatica, pubblicazioni e carriere; in altre parole, sembra finalizzata al benessere del ricercatore, piuttosto che alla salvezza del plantigrado».

giovedì 8 novembre 2007

Lettera aperta di Aldo Di Benedetto: la strage degli orsi, la strage della... verità

La morte violenta dei tre orsi, rinvenuti tra il 30 settembre e il 2 ottobre a confine tra il territorio di Gioia dei Marsi e Pescasseroli, ha scatenato una vasta eco nella pubblica opinione sulla base di una “tempesta mediatica” che ha tenuto banco per circa un mese.
Nel frattempo, in attesa dei risultati delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Avezzano, continuano a giungere all’Ente Parco moltissime lettere di solidarietà e di sdegno per quanto accaduto; non mancano però note polemiche che puntano il dito sulle “responsabilità”. Per questo credo sia opportuno dare risposte o quantomeno sottoporre all’attenzione di chi scrive alcune considerazioni a freddo. In premessa riporto testualmente quanto esposto al sottoscritto da due dirigenti veterinari del Dipartimento di Prevenzione della ASL di Isernia “Egregio direttore, questa lettera era stata pensata prima delle tristi vicende che purtroppo hanno portato ultimamente il Vs Ente all’attenzione del grande pubblico. La morte violenta di Orsi e Lupi, animali simbolo del Parco, non solo non ne modifica i contenuti, ma ne amplifica la pressante attualità…Traspare, attraverso l’operato del Personale di Vigilanza il mutato atteggiamento nei confronti delle popolazioni locali, sempre più teso alla mitigazione delle incomprensioni e delle conflittualità. Ne è la riprova il significativo aumento della popolarità del Parco, apprezzabile tra le categorie più direttamente interessate: autorità, istituzioni, allevatori, escursionisti, cacciatori, cercatori, che certamente non sfugge a chi come noi intrattiene con essi a vario titolo rapporti di quotidianità. La costante diminuzione del bracconaggio, nonostante il forte incremento numerico delle specie sensibili e la comprensione del valore biologico e sociale delle specie oggetto di particolare tutela, per la conservazione delle quali il Vs Ente investe risorse economiche, umane e strumentali, rappresenta a nostro avviso un traguardo insperabile fino a pochi anni orsono, che certamente non può essere frutto di casualità, bensì il risultato di una precisa strategia gestionale”. In proposito cito anche la lettera del Presidente dell’A.T.C. N.1 di Frosinone che invita i cacciatori a rispettare la preziosa fauna protetta, evidenziando, per la prima volta, la grande importanza che riveste la presenza dell’Orso nella zona di protezione esterna del Parco. Per quanto riguarda, invece, le note polemiche evidenziamo la lettera dell’associazione “L’Artiglio”, Unione delle Regioni per il Territorio, che accusa il sottoscritto di aver alimentato una pubblicistica per “far ricadere sulle popolazioni locali la colpa degli efferati eventi”. “L’Artiglio”, quindi, invoca “un’attenta riconsiderazione da parte delle istituzioni circa il ruolo di presenza attiva delle popolazioni locali” avvalendosi “delle significative e secolari capacità di autogoverno del territorio”. In verità nelle decine di interviste che mi sono state proposte, nei momenti più drammatici della vicenda, non ho mai fatto riferimento a eventuali colpe delle popolazioni locali e nemmeno a responsabilità di categorie come quella degli allevatori. In questi casi – è ciò è noto a tutti – le responsabilità sono personali per cui la giustizia persegue i singoli criminali, sui quali le categorie interessate farebbero bene a prendere le dovute distanze. Mi domando: di fronte a un così efferato attentato alla preziosa a rara fauna selvatica del Parco, a cosa servono rivendicazioni o polemiche che appartengono ad un’epoca passata e superata - e la lettera dei veterinari della ASL isernina lo precisa chiaramente – in cui l’Ente Parco rifiutava il dialogo e la partecipazione delle popolazioni locali? Oggi, il parco è nella compiutezza delle sue funzioni con un Presidente e un Consiglio Direttivo con pieni poteri, una Comunità del Parco attenta e partecipe alla vita dell’Ente, tuttavia è necessario comprendere che nel territorio protetto sono in atto processi economici e sociali inediti, in alcuni casi insidiosi, i cui fautori hanno individuato nel parco una “terra di conquista” per coltivare malcelati interessi, facendosi strada attraverso una violenza gratuita nei confronti della fauna più pregiata. Le dinamiche socio-economiche che penetrano nelle aree protette sono un po’ lo specchio di quello che avviene nella società odierna, dove trionfa il l’affarismo, il pressappochismo, la prepotenza, la violenza e l’abuso sulle persone, la brutalità nei confronti degli animali; una società colpita da “un male oscuro” che produce efferatezze, sia per la conquista di un tozzo di pane che per avere un posto al sole nel “gioco delle borse”. Oggi, diversamente dagli anni 60 – quando l’ostacolo alla speculazione edilizia e al facile investimento era l’Istituzione Parco – siamo di fronte a fatti nuovi in cui le aree protette sono territori da conquistare per mettere a frutto singolari interessi speculativi. Siamo, quindi, di fronte non ad un assalto al parco in quanto Istituzione, bensì l’aggressione vuole colpire quel “modello di parco”, in cui trovano ancora spazio animali selvatici che vengono tacitamente e crudelmente eliminati perché di ostacolo alla coltivazione di spericolate ed occulte rendite.
In conclusione ritengo che sia del tutto inutile attardarsi in considerazioni anacronistiche e fuori luogo, bisogna invece rimboccarsi le maniche ed attivare la massima attenzione su penetrazioni malavitose e senza scrupoli o con intenti volgarmente speculativi. Per questo le regioni, i comuni, le popolazioni locali, tutte le forze dell’ordine, le associazioni e organizzazioni territoriali hanno un ruolo determinante per eludere ed emarginare degenerazioni patologiche dello sviluppo economico dell’area protetta. Noi continueremo a fare la nostra parte, con maggiore determinazione, sia nel campo della tutela che della sorveglianza, che della promozione socio-economica, incentivando solo coloro che vogliono impegnarsi in attività eco-compatibili virtuose e genuine.

Aldo Di Benedetto, direttore del PNALM

Fonte: www.altromolise.it

mercoledì 7 novembre 2007

Agiamo insieme per un mondo diverso

Anche se non c'entra con gli orsi ho ritenuto opportuno segnalare questa iniziativa del Forum Sociale Mondiale e del Forum Sociale Europeo, per un mondo diverso, migliore per tutti.

Gruppo di lavoro italiano per il Forum Sociale Mondiale e il Forum Sociale Europeo
AGIAMO INSIEME PER UN MONDO DIVERSO
FSM 2008 - GIORNATA GLOBALE DI AZIONE 26 GENNAIO 2008
Partecipa al Gruppo di Lavoro Italiano! Fai circolare questa mail nelle tue liste!

Il Gruppo di Lavoro Italiano per il FSM e il FSE si è incontrato a Roma il 25 ottobre.
All’incontro hanno partecipato tante reti e organizzazioni di diverso orientamento politico, tematico e culturale che si riconoscono nella rete globale del Forum Sociale Mondiale. Insieme, abbiamo deciso di impegnarci per il Forum Sociale Mondiale 2008 che quest’anno non sarà un evento, ma una Giornata Globale di Azione il 26 gennaio. Invitiamo tutti i gruppi, le organizzazioni, le reti, le strutture interessate e disponibili ad aderire al Gruppo di Lavoro, che nei prossimi mesi si impegna a:
  1. Diffondere il più possibile e ovunque in Italia e nel mondo la notizia della Giornata Globale di Azione, in modo che tutti coloro che si battono per un mondo diverso possano avere la possibilità di partecipare nelle forme e nei modi che ognuno deciderà in piena autonomia.
  2. Favorire la comunicazione fra tutti gli attori della Giornata Globale di Azione, in modo di aiutare la messa in rete e la collaborazione fra diverse azioni sia in Italia che in altri paesi del mondo.
  3. Aiutare tutte le azioni che saranno organizzate quel giorno in Italia e nel mondo ad avere il massimo della visibilità sui media ufficiali e nelle reti di comunicazione di movimento.
  4. Fare in modo che la Giornata Globale di Azione, costruita in modo diffuso e partecipato coinvolgendo le innumerevoli vertenze, lotte e alternative che vivono sul territorio italiano, allarghi in modo inclusivo la rete di soggetti coinvolti attivamente nella rete del Forum Sociale Mondiale, favorendo un suo rinnovamento e una sua maggiore aderenza alla nuova realtà del movimento di movimenti.
  5. Realizzare un segno comune (un nastro o un adesivo) da produrre e distribuire in modo che tutte le molteplici iniziative che si realizzeranno il 26 gennaio siano simbolicamente unite e in rete.Fare in modo che la Giornata Globale di Azione, costruita in modo diffuso e partecipato coinvolgendo le innumerevoli vertenze, lotte e alternative che vivono sul territorio italiano, allarghi in modo inclusivo la rete di soggetti coinvolti attivamente nella rete del Forum Sociale Mondiale, favorendo un suo rinnovamento e una sua maggiore aderenza alla nuova realtà del movimento di movimenti.
Abbiamo pensato utile dotarci di alcuni strumenti comuni:
  1. Nei prossimi giorni verrà attivata una mailing list per permettere la comunicazione orizzontale per avere e scambiare informazioni sulle azioni che ciascuno metterà in campo. Non appena sarà attivata, manderemo una mail con le istruzioni per iscriversi.
  2. Sarà costruito un pool di uffici stampa disponibili a collaborare. Invieremo al più presto i riferimenti da contattare per mettersi in rete.
  3. Inviteremo i media attivisti disponibili a collaborare per realizzare la più ampia comunicazione della Giornata Globale di Azione.
  4. Costruiremo appuntamenti in chat per fare il punto della situazione insieme.
  5. Ci incontreremo nuovamente a Roma il 18 dicembre in una riunione a cui sono invitati tutti gli interessati.
  6. Nella riunione del 18 dicembre discuteremo anche del Forum Sociale Europeo, che si terrà a Malmo in Svezia dal 14 al 16 settembre del 2008. Ci sono molte novità interessanti, e crediamo sia molto importante costruire un percorso di coinvolgimento, costruzione del programma e partecipazione attiva.
INFORMAZIONI SULLA GIORNATA GLOBALE DI AZIONE
Il Forum Sociale 2008 non sarà un evento ma una Giornata Globale di Azione.
Sarà realizzata da tutti i soggetti che si battono per un mondo diverso in tutto il pianeta che vorranno partecipare, realizzando in quel giorno iniziative di qualunque tipo che diano visibilità alle proprie vertenze e piattaforme.
Ciascuno, da solo o in collegamento con chi vorrà, deciderà il tema da evidenziare e le forme in cui farlo: manifestazioni, azioni, conferenze, riunioni, concerti, teatro, veglie, conferenze stampa o qualsiasi altra modalità visibile, anche semplicemente collocando quel giorno iniziative già previste nella propria agenda.
Gli obiettivi della Giornata Globale di Azione sono: rendere visibile quanto grande, estesa e radicata nei territori sia la lotta per un mondo diverso, in tutte le sue pluralità culturali, politiche, sociali e tematiche; dare una risposta al rischio di dispersione e di invisibilità, nella fase di grande articolazione tematica e geografica delle vertenze per un mondo diverso; ampliare e rinnovare la partecipazione attiva al processo Forum Sociale Mondiale.
L'appello unitario per la giornata, promosso da tutte le organizzazioni del Consiglio Internazionale del FSM e della Rete dei Movimenti Sociali mondiali, ha già raccolto migliaia di firme in tutto il mondo. L'appello si può leggere, scaricare e firmare sul sito: www.wsf2008.net

Lo slogan unitario della Giornata Globale di Azione è: AGIAMO INSIEME PER UN MONDO DIVERSO.
Fra qualche giorno, sul sito sarà visibile una Google Map dove sarà possibile vedere e inserire tutte le iniziative previste, dalle più grandi alle più piccole in tutto il mondo, dalle grandi città agli accampamenti rurali. Ciascuno potrà molto facilmente inserire la propria iniziativa, non solo con il luogo e il titolo ma anche con foto, video, documenti.
Chi fosse interessato a partecipare al lavoro del Gruppo di Mobilitazione globale che cerca di aiutare la costruzione della giornata globale diffondendo e scambiando informazioni, può mandare una mail a fsmcoordesc@forumsocialmundial.org.br

Il Gruppo di Mobilitazione globale si incontra in chat su Skype ogni mercoledì alle ore 15.00 (ora italiana).
Chi fosse interessato a partecipare, contatti su Skype caguiton che vi inserirà nella chat. La chat è in inglese.
A presto, per favore diffondete questa mail alle vostre liste: l'informazione è essenziale per permettere la più ampia partecipazione
il gruppo di lavoro italiano per il FSM e il FSE

domenica 4 novembre 2007

Un nuovo eroe entra in scena: Kung Fu Panda!

ComingSoon.net segnala il primo filmato su Kung Fu Panda, il nuovo film di animazione della DreamWorks che a giudicare dalla preview sarà davvero spassoso.Nel video Jack Black presenta i personaggi del film, tra i quali troviamo un panda grassoccio (Black), il suo amico Shifu (Dustin Hoffman), una atletica tigre (Angelina Jolie) e persino Jackie Chan (interpreta Master Monkey, una specie di scimmia-guru-maestro).La trama del film vede l'irriverente panda Po impegnato nel disperato tentativo di diventare Maestro di Kung Fu per salvare la Valle della Pace da un crudele leopardo delle nevi, Tai Lung... Potete vedere il promo cliccando qui o sulla foto a lato. Diretto da Mark Osborne e John Stevenson, Kung Fu Panda esce il 6 giugno 2008 in USA, mentre noi dovremo aspettare il 29 agosto.


Faccia a faccia con l'orso bruno

Per fortuna si è conclusa solo con un grande spavento e un forte batticuore la brutta avventura di Giovanni Pasina, un pastore di 57 anni abitante a Temù (Brescia). L'uomo era al lavoro questa mattina in alta Valcamonica, nella valle del Narcanello (sopra Pontedilegno), dove stava cercando le proprie capre al pascolo intorno ai 1.700 metri di quota, quando si è trovato all'improvviso di fronte un orso, a poche decine di metri di distanza.
Per allontanarsi, l'uomo è salito veloce verso il ghiacciaio del Pisgana, ma il plantigrado lo ha seguito a distanza, non si sa se perché incuriosito dalla presenza dell'essere umano, o perché quella era la direzione che gli andava di percorrere, oppure perché avesse intenzioni minacciose. Fatto sta che il pastore si è trovato la strada del ritorno tagliata dalla presenza dell'animale. L'allarme è stato lanciato via telefono dai parenti, ma quando l'uomo è stato raggiunto dai soccorsi con l'eliambulanza del 118, l'orso gli faceva tranquillamente gli affari suoi da qualche altra parte.
La presenza dell'orso bruno è stata segnalata più volte negli ultimi mesi nell'alta valle. Si tratta probabilmente di uno dei tre piccoli dell’orsa Yurka, che un anno fa arrivò dalle parti del passo del Tonale, ormai cresciuto e in grado di provvedere a se stesso.
Il plantigrado, del quale sono state trovate spesso feci e impronte, si ciba volentieri delle pecore e capre depredate agli allevatori della zona, che vengono regolarmente rimborsati. Finora se ne erano trovate spesso le tracce, ma mai l'animale si era avvicinato tanto all'uomo, dal quale di solito sta prudentemente alla larga.

Fonte: www.quibrescia.it

Il signor Pasina ha fatto un incontro speciale e per fortuna senza conseguenze tragiche: ma cosa dobbiamo fare se incontriamo un orso?