"Non so bene perché, ma c'è qualcosa nell'orso che induce ad amarlo"
J. O. Curwood

lunedì 14 aprile 2008

JJ3: l'appello della Lav alla Svizzera

La Lav ha scritto all'ambasciatore della Confederazione elvetica per salvare dall'abbattimento l'orso JJ3 (figlio di Jurka, reclusa in un recinto in Trentino, e fratello di JJ1, ucciso dalle autorità bavaresi e ora impagliato in un museo tedesco), che da tempo è sconfinato in Svizzera, nel Cantone dei Grigioni, proveniente dal nostro Paese dove, assieme alla madre e al fratello, faceva parte del progetto Life Ursus, un ambizioso programma che ha l'obiettivo di creare una popolazione stabile dei meravigliosi animali, nel continente europeo. Le autorità svizzere hanno definito JJ3 un orso "problematico" perché non manifesterebbe paura per l'essere umano e tanto è bastato per decretarne l'abbattimento.
"La Lav non può accettare che i 'burocrati' della fauna selvatica decidano, sulla base di semplicistiche valutazioni preventive, della vita o della morte di meravigliosi animali come JJ3, che non hanno fatto male a nessuno - dichiara Massimo Vitturi, responsabile del settore caccia e fauna selvatica della Lav - per questo abbiamo scritto una lettera all'ambasciatore a Roma della Confederazione Elvetica, esortandolo a sostenere, presso le competenti autorità, la causa per salvare questo magnifico animale, che non deve essere considerato un problema bensì un essere vivente al quale va garantito il diritto di vivere".
Nella missiva la Lav chiede di praticare una soluzione diversa dalla "semplicistica e crudele condanna a morte" dell'orso, o dalla reclusione a vita in un recinto, come già fatto in Trentino per l'orsa Jurka. Per esempio - dice la Lav - "si potrebbe prevedere il trasferimento di JJ3 in una zona il più isolata possibile dagli insediamenti umani, dove consentirgli di vivere in tranquillita' senza il rischio di diventare il bersaglio di un fucile di precisione".


(Com/Val/Dire)

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