"Non so bene perché, ma c'è qualcosa nell'orso che induce ad amarlo"
J. O. Curwood

domenica 11 maggio 2008

Federparchi: risposte rapide da parte degli inquirenti

'Risposte rapide da parte degli inquirenti'' sull'esemplare di orsa trovata morta nelle vicinanze di Lecce dei Marsi (L'Aquila), nella zona di protezione esterna del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise ma anche ''sugli episodi precedenti, quando rimasero uccisi Bernardo e la sua famiglia''. Lo chiede Federparchi che in una nota ''esprime sdegno e preoccupazione per questo nuovo, gravissimo attacco, sferrato nella maniera piu' vile nei confronti del Parco e della sua ricchezza piu' importante e rappresentativa''. ''Il reiterarsi di aggressioni come quella di Lecce dei Marsi - afferma Federparchi - non puo' non far pensare a un qualche disegno ordito a danno del Parco, proprio nel momento in cui l'area protetta ha recuperato il suo assetto regolare e ha ripreso a lavorare a pieno regime. Con la certezza che neanche questo episodio vergognoso riuscira' nel suo intento intimidatorio, la Federazione esprime piena solidarieta' verso l'Ente parco e la sua dirigenza''. ''Si rende indispensabile, in questo momento il massimo sostegno al Parco da parte della comunita' locale, degli attori sociali del territorio e di tutte le istituzioni'', conclude Federparchi chiedendo ''condizioni di sorveglianza piu' sicure ed efficaci''.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Vorrei innanzitutto scusarmi se mi intrometto “a freddo” in questa discussione ma vorrei parteciparvi.. Mi riferisco alla femmina di orso ritrovata nel comune di Lecce dei Marsi giorni addietro. E’ un errore madornale fare delle teorie prima di avere i dati, c’è il rischio che si inizi a modificare senza senso i fatti affinchè calzino le teorie invece di fare il contrario. Quando si presenta un dato tecnico alla stampa bisognerebbe evidenziare soprattutto la sua zona d’ombra ovvero il margine d’errore che contiene.
E’ accaduto che un risultato tecnico (liquidi biologici accanto all’orsa) è stato staccato dal suo contesto, imbrattato di inesattezze ed equivoci ed ha portato a dire che si trattasse di sindrome di avvelenamento. Dopo qualche giorno la smentita da parte dell’istituto Zooprofilattico. Questo ci insegna che il risultato di una perizia fatta anche da un esperto (e qui nello specifico nutro forti dubbi) non può da solo essere la prova che fa condannare qualcuno. E soprattutto il singolo dato non può e non è mai definitivo nè valutabile singolarmente. Quello che è mancato agli esperti che hanno ritrovato e repertato la carcassa di orso è stato l’errore con cui hanno presentato prove (alla stampa) per sostenere una teoria; insomma non hanno seguito (ma forse non lo sanno) la criteriologia medico legale con cui va presentata una prova. Ogni dato, ogni diagnosi, ogni risultato va e deve essere espresso in termini probabilistici. Quello che sappiamo ora con certezza è che l’orsa non sia morta per avvelenamento. Questo dato dovrebbe bastare all’opinione pubblica e tranquillizzarla ma dire che l’orsa sia stata uccisa da un altro maschio crea solo scompiglio superficialità mediatica e soprattutto diffidenza. Certo il medico legale (assistito da un esperto) può dopo un accurato esame autoptico dirci se l’orsa sia morta per competizione intraspecifica o altro. Ho avuto modo di vedere tempo addietro diversi animali predati da un orso e semplicemente esaminando la distanza delle unghiate, la distanza tra i canini, le lesioni vertebrali si riesce a dire se sia stato orso oppure no. Nel caso specifico dell’orsa di lecce spero che il medico legale o l’esperto che lo affiancava(?) abbiano pensato a tagliargli le unghie per poterne analizzare e recuperare l’eventuale materiale genetico dell “assassino”. Credetemi per uccidere un’ orsa con eventuali piccoli bisogna essere fortunati nel piazzare subito la zampata giusta e spezzargli la colonna vertebrale altrimenti avremmo dovuto trovarne due di cadaveri. Quello che credo è che con gli elementi che gli esperti avevano a disposizione nella crime scene non avrebbero dovuto dire che si trattasse di un orsa aggredita da un maschio. Imperdonabile errore di comunicazione e tenuto conto che la maggior parte dei lettori crede ai giornali la frittata è fatta..

Anonimo ha detto...

Da Stefano X Fagus...scusami, ho seguito il tuo ragionamento e registro una critica nel come si e' comunicato sin dall'inizio, ed inoltre le tue perplessita' su come si e' condotta l'indagine specialmente nelle sue battute iniziali. Fin qui' tutto bene credo di aver capito cosa intendevi, ma ti chiedo alla luce della tua esperienza specifica e/o di cio' che hai potuto acquisire (dai giornali o magari direttamente da qualcuno che ha indagato..)che idea ti sei fatto ? quale potrebbe essere la causa della morte secondo te ? E' questo che non ho capito del tuo post....hai un opinione o e'solo dei metodi dell'indagine che ti interessi ?
Ciao e grazie

Stefano