"Non so bene perché, ma c'è qualcosa nell'orso che induce ad amarlo"
J. O. Curwood

sabato 26 settembre 2009

Panda troppo costosi, lasciamoli estinguere

Lasciater che i panda si estinguano dignitosamente. Un singolare appello contro l' "accanimento terapeutico" che arriva dalla Gran Bretagna, per voce di Chris Packham, famoso naturalista e conduttore di programmi sugli animali. Che ha fatto insorgere gli animalisti.
Nella sua intervista alla rivista Radio Times, Chris Packham non è stato tenero con i grandi orsi bianchi e neri simbolo del Wwf: "I soldi spesi per la conservazione di questa specie potrebbero essere impiegati meglio, i panda sono entrati volontariamente in un cul de sac evolutivo". Da qui la proposta di "staccare la spina". Anche perché, ha aggiunto il naturalista britannico, "è inutile continuare a farli riprodurre in cattività se poi l'habitat dove reinserirli non esiste più".
Morbidi, pigri, goffi, i panda sono animali davanti ai quali nessuno nasconde un moto di tenerezza. Eppure le parole di Packham hanno un fondamento. Il panda, infatti, appartiene alla stessa famiglia degli orsi, e come quelli tecnicamente sarebbe onnivoro. Anzi, il suo apparato digerente sarebbe quello di un carnivoro, ma da tempo la specie si è adeguata a una dieta composta quasi esclusivamente di bambù. Proprio per le difficoltà di assimilazione delle foglie, il panda ne deve mangiare circa 40 chili al giorno, e la lunga digestione gli conferisce quell'aspetto assonnato da orsacchiotto di peluche.
Il panda è pigro anche in amore: raggiunge la maturità sessuale molto lentamente, e il periodo fertile di una femmina dura solo due giorni all'anno. Dato che si tratta di un animale solitario, poi, l'incontro tra i sessi non è sempre garantito, e per di più anche dopo l'accoppiamento solo una femmina su tre riesce a portare a termine la gravidanza. In ogni cucciolata possono nascere uno o due piccoli, ma la madre, sia in cattività che in natura, ne alleva sempre e solo uno, abbandonando l'altro. Ma nonostante concentri tutte le sue cure su un figlio solo, la mortalità infantile è comunque elevatissima.
In natura sopravvivono circa 1600 panda, secondo le stime del Wwf, minacciati dalla scomparsa del loro
habitat per mano dell'uomo. Ma sono molti, soprattutto in Cina, i centri dove si tenta la riproduzione in cattività. Addirittura si sperimenta una tecnica per cui la madre viene "ingannata" scambiando continuamente i cuccioli, in modo che li accetti e li allevi entrambi. Ma il problema sta anche a monte: per favorire l'accoppiamento tra gli animali impigriti e privi di interesse per l'altro sesso, si prova di tutto: dai feromoni ai "video a luci rosse", sperando che la vista di altri panda beatamente intenti alla riproduzione possa far riaffiorare gli istinti sopiti.
Il panda però è e rimane un animale simbolo della lotta per la protezione delle specie, e l'idea di "staccare la spina" ha fatto inorridire molti. "Chris ha detto una cosa sciocca, da irresponsabile", ha dichiarato Mark Wright, studioso di scienza della conservazione e consigliere del Wwf, che ha aggiunto: "I panda si sono perfettamente adattati al luogo dove vivono. Le montagne costituiscono il loro habitat e lì hanno a disposizione tutto il bambù che vogliono". Ma Chris Packham ha rincarato la dose, gettando ombre anche sul futuro delle tigri: "Difendere un animale che vale più da morto che da vivo sarà molto difficile, non credo che le tigri possano vivere altri 15 anni".
Tesi logicamente ineccepibili, quelle del conduttore britannico. Che di certo avrebbero suscitato molte meno polemiche se si fosse trattato di zanzare o pipistrelli. Ma pensando ai danni fatti dall'uomo all'habitat di tante specie, agli animali che si sono estinti, ripensiamo ai panda. Per quanto inadatti, inutili e costosi possano essere, siamo davvero pronti a lasciarli andare via per sempre?

Fonte: repubblica.it

4 commenti:

Drachetto ha detto...

Parole allucinanti che mi fanno venire i brividi. Dirette ai Panda o a qualsiasi altra specie in estinzione non fa la differenza. Non esiste amore in queste parole, solo gelido pragmatismo. Una cosa bella degli 'umani' è che, a volte, si battano, vivono e lottano solo per amore, una cosa bellissima, e questo tizio ci dice che è tutto inutile, di lasciare perdere, che non vale la pena e di guardare 'avanti'. Mai crederò a parole come queste, e spero non lo facciano anche altri.

Unknown ha detto...

I conduttori televisivi, quelli no, vero, non c'è speranza che diventino una razza in estinzione? Che in fondo i panda almeno sono simpatici, teneroni e consumano solo bambù, invece chi spara a zero su di loro magari inquina, usa la macchina, i sacchetti di plastica ecc. e se fossero loro a esprimere la propria opinione in TV?!

Anonimo ha detto...

Putroppo il pragmatismo e' necessario. In un mondo ideale ci sarebbero risorse economiche e umane per salvare tutte le specie. In quello reale no, e oltre tutto non c'e' tanto tempo, nel senso che la perdita di habitat procede molto piu' in fretta della protezione per cui bisogna mettere in conto di perdere qualcosa.

Sono bei sentimenti quelli animalisti che mirano a salvare tutte le specie ma a volte sono pericolosi perche' che il panda sia tenerone e simpatico non e' una ragione buona abbastanza per proteggerlo quando questo va in conflitto con le attivita' umane nelle aree in cui si trova.

Le battaglie di ideali per la protezione della biodiversita' vanno bene, e vanno perseguite, ma bisogna anche guardare in faccia la realta' ed avere un approccio pragmatico alla conservazione fin tanto che non avviene un cambiamento radicale nei valori e nello stile di vita della gente.

p

Drachetto ha detto...

@p, Tu affermi:
"...non e' una ragione buona abbastanza per proteggerlo quando questo va in conflitto con le attivita' umane nelle aree in cui si trova."

Quindi adesso deve essere la natura a farsi da parte perchè ci sono gli umani? Come al solito l'umano egocentrismo si erge a padrone, quando noi su questa terra siamo poco più che ospiti e non padroni. Quindi, quando si può fare qualcosa, quando possiamo farci da parte... facciamolo, facciamolo questo sforzo, senza pensare sempre sempre sempre e solo solo solo a noi stessi.

In Islanda tutti gli abitanti sanno, comprendono e vivono felici nel loro pensiero che 'la natura è la padrona di questa terra, noi persone, nelle nostre possibilità, ci adattiamo, non la stravolgiamo e la rispettiamo'. Che diventi il pensiero di tutti.