"Non so bene perché, ma c'è qualcosa nell'orso che induce ad amarlo"
J. O. Curwood

lunedì 9 novembre 2009

L’orso avvistato in Valmasino fra scetticismo e attendibilità

«L’orso da queste parti? Una bufala colossale».
Tra gli abitanti della valle dei «saséi» sono in pochi a credere agli avvistamenti effettuati da alcuni cacciatori nel mese di settembre scorso.
La gente minimizza, forse anche perché teme un ritorno di immagine negativo sul turismo.
«Nella zona del Ligoncio – dicono alcuni anziani nel bar del paese, a San Martino – non avrebbe la possibilità di sopravvivere. L’orso c’era qui da noi, ma l’ultimo esemplare è stato abbattuto nel 1870 in Val di Mello. Se anche fosse stato un orso, era certamente un esemplare di passaggio che adesso si trova chissà dove, magari in Bregaglia o in Engadina».
«E’ più probabile che si sia trattato del Gigiàt» – dice il più burlone del gruppo.
Infatti a questo nome corrisponde un animale fantastico di cui sono piene le leggende dalle parti di Filorera e della Valle dei Bagni, raffigurato persino sui murales nelle case di San Martino.
«Le presunte impronte lasciate nel fango nella zona del Ligoncio – dicono infine - sarebbero state fatte semplicemente da un uomo e, quindi, ingigantite dalla dilatazione del fango stesso».
Di diverso pareresono invece gli esperti del Gruppo Orso Lombardia che ritengono «attendibili gli avvistamenti effettuati in Val Masino – come conferma Maria Ferloni, naturalista e tecnico faunistico della Provincia di Sondrio -. Alcuni cacciatori hanno avvistato l’orso in due giornate diverse, alla fine di settembre. Subito dopo gli agenti della polizia provinciale si sono messi sulle sue tracce e hanno rinvenuto le orme lasciate dal plantigrado. Chiaramente la certezza al 100% l’avremo quando ci saranno tracce biologiche come sterco o setole, oppure quando si riuscirà a fotografare qualche esemplare. In ogni caso – conclude la dottoressa Ferloni - la presenza di questo grande mammifero è altamente probabile in quanto abbiamo già avuto i precedenti della Val Bregaglia Svizzera di qualche anno fa e le segnalazioni più recenti delle tracce nel Parco dello Stelvio».


Paride Dioli

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