"Non so bene perché, ma c'è qualcosa nell'orso che induce ad amarlo"
J. O. Curwood

mercoledì 11 aprile 2018

Assolto l'uccisore dell'orso di Pettorano sul Gizio



Amate gli animali [...]. Non inquietateli, non tormentateli, non togliete loro la gioia: non opponetevi all'intenzione di Dio. Uomo, non porti al di sopra degli animali: essi sono senza peccato mentre tu, nella tua grandezza, guasti la Terra al tuo solo apparire lasciando dietro di te la tua lurida traccia. (Fëdor Dostoevskij, I fratelli Karamazov, 1880)

10.04.2018 - Stamattina al tribunale di Sulmona è terminato il processo a carico di colui che ha sparato a un orso marsicano a Pettorano sul Gizio nel settembre 2014 provocandone la morte. Nonostante le prove contro di lui, su tutte la sua confessione, l’imputato è stato assolto con formula piena perché il colpo fatale sarebbe stato esploso per errore. Abbiamo assistito alla surreale arringa della difesa dopo aver appreso che il Pubblico Ministero aveva già chiesto l’archiviazione. Sono passati quattro anni da quell'episodio di intolleranza verso un orso marsicano, una specie in pericolo critico di estinzione; quattro anni per arrivare a un epilogo che è sembrato più una scorciatoia burocratica che l’atto di coscienza di un paese che vuol dirsi civile. Certo è stato più facile assolvere l’uomo che difendere l’animale, è stato più facile dar torto alle associazioni di difesa della natura che alle categorie di agricoltori e allevatori. È stato più facile dare ragione a chi gira armato con il colpo in canna che a chi si fa civilmente promotore delle migliori pratiche di convivenza con gli animali selvatici, peraltro efficaci, come ha dimostrato la drastica riduzione dei danni da orso proprio a Pettorano sul Gizio negli ultimi anni. Si sa, le sentenze vanno accettate e gli insegnamenti dei filosofi e dei letterati ignorati.
Dunque accetteremo la sentenza, ma come non dispiacersi del trionfo di allevatori che hanno trovato il tempo per venire a manifestare davanti al Tribunale di Sulmona, ma non lo trovano per montare o gestire correttamente un recinto elettrificato, del giubilo degli agitatori e capi-popolo che hanno contribuito a creare quel clima di intolleranza che, ben più delle incursioni dell'orso, ha provocato il tragico evento, della soddisfazione di quanti pensano che i diritti individuali debbano prevalere necessariamente su quelli collettivi, come la tutela di un animale che è patrimonio storico e naturale di tutti. Credo che oggi a Sulmona non abbiano perso solo gli orsi e quanti si ostinano a proteggerli, ma abbiamo perso tutti, soprattutto quelli che pensano di aver vinto.

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